Come ci occupiamo della salute mentale in Italia? Dalla legge alla realtà

di Young Think Tanker - 28 Febbraio 2023

from Rome, Italy

Introduzione 

La salute mentale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è uno completo stato di benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattia. Così come accade per altri aspetti non secondari relativi al concetto di salute fisica, la salute mentale è influenzabile da diverse variabili, quali ad esempio i fattori ambientali e socio- economici, sui quali è utile agire e investire tramite strategie di implementazione, prevenzione, trattamento per avere una migliore gestione globale.

<<Il disturbo mentale è inteso come una sindrome caratterizzata da significativi problemi nel pensiero, nella regolazione delle emozioni, o nel comportamento di una persona, che riflettono una disfunzione dei processi psicologici, biologici o dello sviluppo che compongono il funzionamento mentale. I disturbi mentali sono generalmente accompagnati da sofferenza o difficoltà nelle abilità sociali, occupazionali e altre attività significative (DSM- 5, 2013. Manuale internazionale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association, utilizzato per le categorie diagnostiche anche in Italia).

I determinanti della salute mentale e dei disturbi mentali includono non solo caratteristiche individuali come la capacità di gestire i propri pensieri, le emozioni, i comportamenti e le relazioni con gli altri, ma anche fattori sociali, culturali, economici, politici e ambientali, tra cui le politiche adottate a livello nazionale, la protezione sociale, lo standard di vita, le condizioni lavorative e il supporto sociale offerto dalla comunità. L’esposizione alle avversità sin dalla tenera età rappresenta un fattore di rischio per disturbi mentali ormai riconosciuto e che si può prevenire.>>

In Italia dunque è lecito chiedersi a che punto siamo nella gestione operativa di questo settore che costituisce una parte consistente del Sistema Sanitario Nazionale; in particolare, quali sono le figure a disposizione della persona per poter accedere ai servizi di salute mentale?

La figura dello psicologo

Lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia, la cui formazione è continua dopo la laurea. Il 28 ottobre 2021 il Senato ha approvato il ddl 2305 con cui viene modificato l’Esame di Stato per l’Iscrizione all’Albo dell’Ordine di pertinenza; viene esplicitato che senza l’iscrizione all’Albo – Sez. A – non si è Psicologi, ma soltanto dottori in Psicologia. È doveroso inoltre chiarire che lo psicologo, non essendo medico, non può prescrivere farmaci. Secondo la legge 56/1989, svolge attività di intervento, sostegno, consulenza, prevenzione, diagnosi, promozione della salute, abilitazione-riabilitazione, in ambito psicologico, rivolte al singolo individuo, alla coppia, e alla comunità.

(https://www.unobravo.com/post/psicologo-psicoterapeuta-e-psichiatra-che-differenza-ce )

La figura dello psicoterapeuta

Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che ha conseguito specifica formazione almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione universitarie o riconosciute dal MIUR secondo le normative vigenti; la sua specializzazione gli consente di intervenire per il trattamento dei disturbi psicologici nell’ottica di ristabilire il benessere psichico. Secondo l’art. 3 comma 2 della legge 56/89, uno psicologo-psicoterapeuta non può in nessun caso prescrivere farmaci. Uno psicoterapeuta-medico, invece, può prescriverli. (https://www.unobravo.com/post/psicologo-psicoterapeuta-e-psichiatra-che-differenza-ce )

La figura dello psichiatra

Lo psichiatra è un medico specializzato post-lauream in Psichiatria e si concentra sulla patologia tramite la diagnosi e la cura dell’eventuale disfunzione o scompenso a livello organico. Lo psichiatra si occupa, quando necessario, del trattamento farmacologico più opportuno per ristabilire lo scompenso chimico nell’organismo e successivamente monitorarne l’andamento nel tempo. In quanto medico inoltre può avere una formazione psicoterapeutica e in tal caso avrà doppio titolo.

Nel caso in cui lo psichiatra non sia anche psicoterapeuta, se si verificassero le condizioni, è tenuto a suggerire al paziente un percorso di psicoterapia da unire alla sua terapia farmacologica. Psicologi, psicoterapeuti e psichiatri lavorano spesso in equipe, rivolgendo i loro saperi al servizio del paziente. (https://www.unobravo.com/post/psicologo-psicoterapeuta-e-psichiatra-che-differenza-ce )

Le Linee di Indirizzo per la Funzione della Psicologia nel Sistema Sanitario Nazionale

<<Le Linee di Indirizzo per la funzione della Psicologia nel Sistema Sanitario Nazionale propongono la valorizzazione di un sistema incentrato sui bisogni reali della persona, su un approccio preventivo, proattivo, di promozione delle risorse, e sulla casa come primo luogo di cura, prossimità e continuità tra i diversi livelli del sistema (dalla casa all’ospedale). Valorizzare il ruolo della Psicologia per un approccio integrato (multidisciplinare e multiprofessionale) alla persona e come ponte tra gli aspetti sanitari e sociali, anche per generare risparmi e attraverso interventi più appropriati e costo efficaci. 

Insomma, l’intento generale è quello di raggiungere una maggiore uniformità ed appropriatezza organizzativa (quindi una migliore equità nei confronti del cittadino-utente) e rendere applicabile, in una logica di appropriatezza e massima integrazione, la mission assegnata alla professione psicologica-psicoterapica dalla normativa vigente (dal Dpcm sui nuovo Lea, che contiene una serie di riferimenti alle prestazioni di tipo psicologico e psicoterapico alla legge 176 del 2020 che prevede l’ottimizzazione organizzativa degli Psicologi nelle aziende sanitarie) e dal Pnrr.

Il documento definisce quindi i criteri e i fattori di qualità di base delle Strutture di Psicologia che operano a livello territoriale e/o ospedaliero, anche alla luce delle indicazioni della L.176/2020 (art. 20 bis) sulla possibilità di organizzazione dell’attività degli psicologi del Ssn, dipendenti e convenzionati, in un‘unica funzione aziendale[…]

Secondo gli Annuari Statistici del Ministero della Salute, dal 2013 al 2017 in Italia si assiste ad una diminuzione totale di 506 unità di personale: da un dato medio nazionale di n. 9,5 unità ogni 100mila abitanti si è passati a 8,5 unità. Tra il 2017 ed il 2020 si è assistito ad una progressiva stabilizzazione del numero di psicologi nel Ssn, con riduzione degli psicologi dipendenti a tempo indeterminato ed un incremento degli psicologi in rapporto di convenzionamento. Nei consultori (Rapporto dell’Iss) la figura dello psicologo è stata definita con un rapporto di 2,38/100mila abitanti per le sole attività individuate dalla legge 405/1975, e solo poche regioni riescono a soddisfare questo standard. È scarso il numero di psicologi ospedalieri, con un rapporto di 2,2 Ue ogni 100mila abitanti. Uno studio effettuato dal Crea nel 2019 sul fabbisogno di Psicologi per il trattamento psicoterapico dei più comuni disturbi psicologici, come ansia e depressione, in conformità con secondo i parametri di efficacia definiti a livello nazionale internazionale, il fabbisogno di attesta aè di uno psicologo ogni 1.500 abitanti.>> (https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=108130 )

Situazione attuale

Il lavoro degli specialisti della salute mentale  sono dunque i nostri pazienti, in scienza e coscienza. Più della metà degli psicologi iscritti all’Albo sono anche psicoterapeuti, e la richiesta di psicoterapia breve ed efficace è in costante crescita.

<<La risposta a questa crescente domanda di aiuto non può essere una diminuzione della qualità e del controllo della offerta clinica, anzi. Ricordare le differenze tra interventi psicologici e psicoterapia, differenze definite ab initio nella legge istitutiva, non significa togliere la clinica agli psicologi, anche se andrebbe magari definito che cosa si intende per formazione clinica, visto che ci sono oltre 50 etichette che definiscono la laurea magistrale in Psicologia (LM 51).>> (https://www.stateofmind.it/2023/01/enpap-vivere-meglio-intervista-moderato/?fbclid=IwAR2q8slYpm_IeQuPIgT6N_fgkwfmqtJlpuknTPdcjUSyAD07qfx8FQ6p5ug)

<<D’altro canto il disagio psicologico diffuso e la sofferenza mentale, scrivono gli psicologi del Ssn, necessita di risposte quanto più possibilmente integrate, che solo il Servizio Pubblico adeguatamente rafforzato può essere in grado di fornire, coordinando le risorse che altrimenti rischiano di essere disperse in interventi frammentari e di scarso impatto. Si è assistito negli anni all’impoverimento di risorse strutturali e non del Servizio Sanitario Nazionale, unito all’aumento esponenziale della domanda; tutto ciò ha prodotto una doppia impasse. Da un lato risulta cioè spesso impossibile offrire i percorsi di cura previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza, dall’altro è ancora più difficile realizzare spazi ed interventi rivolti a chi ancora non ha superato il confine che separa il disagio dal disturbo e per i quali è fondamentale trovare risposte mirate, tramite azioni di sostegno e promozione di salute.>> (http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=110596)

Una panoramica storica della professione psicologica

Come riassume Paolo Moderato: <<In Parlamento con l’approvazione  della legge 56/89 sull’ordinamento della professione di psicologo, si istituisce l’ordine e l’albo degli psicologi. L’articolo 3 definiva la specificità della formazione quadriennale in psicoterapia, presso scuole di specializzazione universitaria o “istituti a tal fine riconosciuti”. Il riconoscimento avviene con la legge 127/97 (art 17 comma 96) e con il conseguente regolamento applicativo contenuto nel Decreto 509 del 1998. Dopo il conseguimento del diploma gli allievi sono legittimati all’esercizio della psicoterapia.

Nel 1999 ha luogo la  riforma universitaria che apporta la distinzione tra laurea di primo e di secondo livello: questi due livelli di laurea venivano chiamati prima specialistica e poi magistrale. In base al decreto 270 del 2004 questa riforma viene applicata anche alla psicologia. Lo scopo di questa legge è evidente: quello di inserire più precocemente i giovani nel mercato del lavoro: purtroppo questo obiettivo non si è raggiunto e manca ancora un profilo professionale ben chiaro per i laureati di primo livello in psicologia.

Ultimo passaggio: 5 anni fa, nel dicembre del 2017, la psicologia è riconosciuta come professione sanitaria, inserita a pieno titolo nella tutela della salute dei cittadini, riconosciuta dalla nostra Costituzione. Il diploma di specializzazione non è solo il lasciapassare per l’esercizio della psicoterapia nel proprio studio privato, ma diviene anche il titolo che consente l’accesso ai concorsi di dirigente psicologo nel servizio sanitario nazionale, come già accadeva per i medici.>> (https://www.stateofmind.it/2023/01/enpap-vivere-meglio-intervista-moderato/?fbclid=IwAR2q8slYpm_IeQuPIgT6N_fgkwfmqtJlpuknTPdcjUSyAD07qfx8FQ6p5ug)

Specificità e difficoltà

Bisogna anche tenere in considerazione la differenza sussistente fra interventi psicologici e psicoterapia, e la necessità di una specifica formazione post lauream, che nasce insieme alla legge istitutiva dell’albo professionale. (https://www.stateofmind.it/2023/01/enpap-vivere-meglio-intervista-moderato/fbclid=IwAR2q8slYpm_IeQuPIgT6N_fgkwfmqtJlpuknTPdcjUSyAD07qfx8FQ6p5ug)

Resta da ricordare che a prendersi cura della salute mentale devono essere figure qualificate. Dalle Linee di Indirizzo per la funzione della Psicologia nel Sistema Sanitario nazionale si apprende che  vi è una << […]diseguale distribuzione delle strutture/servizi di Psicologia a livello nazionale/regionale con quadri normativi estremamente differenti tra le Regioni, ed anche una grande eterogeneità tra gli erogatori professionali, sia in termini di modelli organizzativi che delle attività, con sovrapposizioni tra servizi e professioni competenti, una dispersione delle risorse e una frammentazione delle risposte attraverso la presenza sporadica di psicologi (raramente strutturati e più frequentemente con forme di contratto precarie, su singoli progetti) presso i Servizi/Unità operative. Criticità, si osserva nel documento, legate alla mancanza di una programmazione nazionale, alla persistenza di visioni culturali e scientifiche obsolete, al fatto che si tratta di attività spesso innovative e comunque di più recente ingresso nel servizio sanitario rispetto ad altre. Soprattutto criticità che costituiscono un costo importante del Sistema.>> (https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=108130 )

Conclusioni

E’ importante continuare a sottolineare che a trattare temi di salute mentale, tramite attività ed interventi specialistici siano figure professionali formate ad hoc, esattamente come ci si rivolgerebbe ad uno specialista per un problema cardiologico, ginecologico, pneumologico, oncologico et similia. Resta però da chiedersi quanto interventi come ad esempio il “bonus psicologo” possano sostituire necessità e carenze strutturali della sanità pubblica; su quanto ancora la psicoterapia abbia un primato all’interno degli studi privati rispetto che nel settore della sanità pubblica; come sia facile fare slogan e concretamente fare molto poco per poter offrire servizi rispetto ad una sofferenza forse poco visibile rispetto a quella fisica; riguardo al fatto che ancora oggi gli psicoterapeuti in formazione presso istituti accreditati dal MIUR riscontrino difficoltà nell’ottenere tirocini idonei alla formazione proposta e necessari a superare l’anno di corso, nell’avere accesso a borse di studio per poter frequentare reparti e servizi ad hoc che allo stato attuale sono esigue, nel poter partecipare alle selezioni pubbliche, nel poter partecipare ai servizi di specialistica ambulatoriale.

Chiediamoci se gli specialisti e specialisti in formazione abbiano forse meno diritti di tutti gli altri specializzandi medici e non: chiediamoci se la salute mentale sia o non sia un aspetto prioritario e concreto, chiediamoci se il camice che indossiamo sia un camice di serie B. 

 

Sitografia

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=108130 , Maragò E., 18 Dicembre 2022

http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=110596 , 23 Gennaio 2023

https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=171&area=salute%20mentale&menu=vuoto, 20 Gennaio 2022

https://www.stateofmind.it/2023/01/enpap-vivere-meglio-intervista-moderato/?fbclid=IwAR2q8slYpm_IeQuPIgT6N_fgkwfmqtJlpuknTPdcjUSyAD07qfx8FQ6p5ug, ID Articolo: 197123,  11 Gennaio 2023

https://www.unobravo.com/post/psicologo-psicoterapeuta-e-psichiatra-che-differenza-ce , Bombarda G., 2 Gennaio 2022

Autore dell’articolo*: Chiara Spadafora, Dottoressa in Psicologia all’Università LUMSA di Roma e psicologa in formazione cognitivo comportamentale.

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Nota della redazione del Think Tank Trinità dei Monti

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