La Corea del Nord Dopo Kim Jong Un: Collasso o Niente di Nuovo?

di Manfredi Pozzoli - 31 Maggio 2020

   from London, United Kingdom

   DOI: 10.48256/TDM2012_00104

Nella seconda metà di aprile si è verificato uno degli avvenimenti più insoliti degli ultimi mesi. Il dittatore nordcoreano Kim Jong Un è infatti praticamente “scomparso” dalla scena pubblica per circa venti giorni. Sulle cause di questo periodo di assenza – che è stato accompagnato dal silenzio totale dei media di stato nordcoreani – sono state avanzate numerose teorie. In particolare, molte testate giornalistiche hanno pubblicato articoli che affermavano come il dittatore fosse morto o in fin di vita a causa di problemi cardiovascolari. 

Le prime informazioni sulla presunta morte di Kim Jong Un sono infatti apparse già a partire dal 20 Aprile. Inizialmente, è stato il sito “anti-regime” Daily NK ad annunciare il “decesso” del dittatore, avvenuto in seguito a una procedura chirurgica fallita (Se-Woong Koo, 2020). Nei giorni seguenti, la storia è stata rilanciata da CNN e, in seguito, dalla maggior parte delle agenzie di informazione internazionali (Sciutto et al., 2020). 

Queste ipotesi sono state finalmente smentite dopo quasi due settimane dalla pubblicazione dell’articolo di Daily NK, quando il leader nordcoreano è nuovamente apparso in pubblico. Durante la festa del Primo Maggio, Kim ha infatti partecipato all’inaugurazione di uno stabilimento per la produzione di fertilizzanti chimici nella città di Sunchon. All’evento era presente anche la sorella del leader, Kim Yo-Jong, la quale era stata in precedenza designata come la più probabile erede di Kim Jong Un (Santelli, 2020).

 

Perchè le Teorie sulla Scomparsa di Kim Erano Credibili

Nonostante siano state smentite, le teorie sul decesso di Kim non erano completamente ingiustificate. In effetti, è abbastanza realistico pensare che Kim possa soffrire di problemi cardiovascolari. A 36 anni, Kim è un fumatore incallito e soffre di una grave forma di obesità (Zeballos-Roig & mark, 2020). Questi fattori, secondo Foreign Affairs, indicano che Kim è “fisicamente debole per la sua età”, il che rende una sua morte prematura non impensabile (Fraser Katz & Cha, 2020). 

Considerati questi elementi, non è quindi nemmeno irrealistico ipotizzare che l’assenza del dittatore abbia avuto a che fare con il suo stato di salute. Infatti, questa non sarebbe la prima volta in cui Kim è scomparso a causa di motivi probabilmente legati alla sua condizione fisica. Già nel 2014, il dittatore era infatti uscito dalla scena pubblica per più di un mese, per poi riapparire portando con sé un bastone da passeggio (The Telegraph, 2014). Proprio questo elemento aveva fatto ipotizzare che Kim si fosse sottoposto ad un’operazione chirurgica per rimuovere una cisti alla gamba (The Telegraph, 2014).

Infine, altri elementi circostanziali fanno pensare che l’assenza di aprile possa essere stata effettivamente causata da motivi di salute. In particolare, il 15 aprile Kim non era presente alle celebrazioni per il compleanno di suo nonno Kim Il Sung. Chiamata anche ‘Giorno del Sole’, la festività costituisce l’evento più importante del calendario nordcoreano; per questo motivo, l’assenza di Kim Jong Un è stata inusuale (Santelli, 2020).

 

…E Se Kim Scomparisse “sul Serio”? I Rischi di un Regime Collapse

In ogni caso, la momentanea scomparsa di Kim ha nuovamente messo in discussione una serie di incognite sul futuro di Pyongyang. Infatti, la possibilità del decesso prematuro del dittatore ha messo in luce una serie di questioni fondamentali riguardanti la forza e viabilità del regime. In particolare, alcuni commentatori hanno osservato come, in mancanza di discendenti adulti, la morte del dittatore potrebbe creare un vuoto di potere. In tale caso, come scrive The Washington Post, diventerebbero possibili dei “power-struggle” – lotte per il controllo del regime – all’interno dei gruppi dell’élite militare/statale (Terry, 2020). Il regime potrebbe quindi non reggere alla destabilizzazione causata da tali disordini e, di fatto, collassare. 

Un completo collasso di Pyongyang costituirebbe uno scenario disastroso. Infatti, un tale evento creerebbe una serie di problemi sia dal punto di vista militare, che da quello umanitario. In primo luogo, la caduta del regime creerebbe milioni di rifugiati, costretti a muoversi verso i confini della Cina o della Corea del Sud. In particolare, le proiezioni di Seul indicano che almeno 3 milioni di rifugiati potrebbero spostarsi verso il sud della penisola coreana nel caso di una crisi (Bennett, 2013). Un tale movimento di persone avrebbe serie conseguenze a livello politico ed economico, e creerebbe condizioni umanitarie disastrose nella regione.

Il rischio maggiore, tuttavia, resta quello legato all’arsenale di WMD (armi di distruzione di massa) del paese. Ad oggi, la Corea del Nord possiede un arsenale che include tra le 10 e le 60 testate nucleari. Oltre a questo, Pyongyang ha anche a disposizione numerose armi chimiche e biologiche (Peters, 2015). Qualora il regime stesse sul punto di crollare, un utilizzo di queste armi da parte delle forze nordcoreane diventerebbe una possibilità concreta. Inoltre, in caso di collasso, le WMD del regime potrebbero finire nelle mani di “bad actors”, come gruppi separatisti o terroristici. 

 

Ma un Collasso Resta Improbabile

Tuttavia, è comunque evidente come la possibilità di un collasso completo del regime resti, per il momento, improbabile. Da un punto di vista ‘strutturale’, è vero che, come scrive Limes, alla morte di Kim Jong Un, “non cambierà nulla” (Locatelli, 2020). In effetti, la Nord Corea resta uno dei regimi più stabili del mondo, nonostante le sue difficoltà economiche e il suo stato di isolamento politico e diplomatico. Il motivo di tale stabilità è l’assoluto controllo che il binomio stato-forze armate esercita sul paese e la sua popolazione (Perry, 2006). Per questo, è molto difficile che anche la morte prematura del suo leader possa destabilizzare il paese. 

Inoltre, la mancanza di un successore diretto di Kim non è necessariamente un problema. Come discusso prima, la sorella del dittatore, Kim Yo-Jong, è da tempo stata designata come sua possibile erede. Negli ultimi anni, Kim Yo-Jong ha infatti preso parte a numerose iniziative diplomatiche. Per esempio, nel 2018, è stata una delle figure più importanti nella delegazione di Pyongyang alle olimpiadi invernali in Corea del Sud (Berlinger, 2020). Inoltre, da alcuni anni, la sorella del dittatore ha un ruolo all’interno del Politburo nordcoreano (Terry, 2020). È pertanto possibile che, nel caso di morte di Kim Jong Un, Kim Yo Jong possa trovarsi a capo della nazione. 

Infine, qualora la base del regime iniziasse effettivamente a disintegrarsi, diventerebbe probabile un intervento preventivo da parte delle maggiori potenze regionali. In particolare, nonostante gli attriti sul piano diplomatico negli ultimi anni, la Cina rimane interessata a tenere in piedi Pyongyang. Infatti, la possibilità di un nuovo intervento americano nel nord della penisola coreana – che diverrebbe possibile in caso il regime collassasse – resta uno degli “incubi” di Pechino. 

 

Perché il Futuro della Corea del Nord Dopo Kim Jong Un È Importante 

Anche se la possibilità di un collasso completo resta abbastanza improbabile, un ipotetico periodo “post-Kim” influenzerebbe sicuramente il futuro di Pyongyang. Infatti, dal 2011 – quando ha preso il controllo del paese – Kim ha cambiato significativamente la foreign policy del suo stato. In primo luogo, negli ultimi anni, Kim ha reso la Corea del Nord più indipendente dalla Cina. Questo è particolarmente evidente da un punto di vista strategico-militare. Negli ultimi anni, Pechino ha infatti mostrato evidenti segni di frustrazione in risposta a comportamenti aggressivi da parte di Pyongyang. Per esempio, i test missilistici condotti dalla Corea del Nord nel 2017 hanno causato delle proteste dirette da parte del governo cinese (Albert, 2019). 

Inoltre, nella seconda metà dello scorso decennio, la relazione tra la Corea del Nord e il resto del mondo si è evoluta significativamente. I summit tra il 2018 e il 2019 – che, per la prima volta, hanno visto un incontro diretto tra un leader nordcoreano e un presidente USA – esemplificano questi sviluppi. I summit hanno infatti creato un importante precedente per la creazione di relazioni pacifiche nella penisola coreana. Più in generale, questi passi in avanti hanno anche rappresentato un chiaro segnale che Kim è disposto a ottenere una maggiore normalizzazione a livello internazionale.

Ad oggi, non è ancora possibile affermare con certezza che impatto potrebbe avere un cambio di leadership sul regime di Pyongyang. Infatti, non ci sono garanzie che un governo post-Kim – probabilmente guidato da Kim Yo-Jong – decida di continuare il processo di normalizzazione e détente nella penisola. In ogni caso, incidenti come quello di aprile dimostrano come il futuro del regime nordcoreano – e della dinastia Kim – sia estremamente rilevante. 

 

Bibliografia A-L

Albert, E. (2019). ‘The China-North Korea Relationship’. Council on Foreign Relations. June 25. https://www.cfr.org/backgrounder/china-north-korea-relationship

Bennett, B.W. (2013). Preparing for the Possibility of a North Korean Collapse. Santa Monica: RAND Corporation.

Berlinger, J. (2020). ‘Why the Confusion About Kim Jong Un’s Health Actually Makes Sense’. CNN. April 21. https://edition.cnn.com/2020/04/21/asia/kim-jong-un-health-analysis-intl-hnk/index.html

Fraser Katz, K. & V. Cha. (2020). ‘After Kim Jong Un’. Foreign Affairs. May 14. https://www.foreignaffairs.com/articles/north-korea/2020-05-14/after-kim-jong-un

Locatelli, N. (2020). ‘Promemoria per la Prossima Volta che “È Morto Kim Jong-Un”’. Limes. 4 aprile. https://www.limesonline.com/kim-jong-un-malato-morto-voci-intervento-corea-nord-cina-usa-resort/117889

 

Bibliografia M-Z

Peters, R.J. (2015). ‘The WMD Challenges Posed by a Collapse of North Korea’. 38 North. April 14. https://www.38north.org/2015/04/rpeters041415/

Perry W.J. (2006). ‘Proliferation on the Peninsula: Five North Korean Nuclear Crises’. The Annals of the American Academy of Political and Social Science. September.

Santelli, F. (2020). ‘Corea del Nord, Media: Kim Jong-Un Riappare in Pubblico dopo 20 Giorni’. La Repubblica. 1 maggio. https://www.repubblica.it/esteri/2020/05/01/news/corea_del_nord_media_kim_jong-un_riappare_in_pubblico_dopo_20_giorni-255420301/

Sciutto, J., J. Berlinger, Y. Seo, K. Atwood & Z. Cohen. (2020). ‘US Monitoring Intelligence that North Korean Leader Is in Grave Danger After Surgery’. CNN. April 21. https://edition.cnn.com/2020/04/20/politics/kim-jong-un-north-korea/index.html

Se-Woong Koo. (2020). ‘Why the Western Media Keeps Getting North Korea Wrong’. Al Jazeera. May 6. https://www.aljazeera.com/indepth/opinion/western-media-north-korea-wrong-200505155134971.html

The Telegraph. (2014). ‘Kim Jong-un Pictured Without His Walking Stick’. November 5. https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/northkorea/11210463/Kim-Jong-un-pictured-without-his-walking-stick.html

Terry, S.M. (2020). ‘What Happens If Kim Jong Un Dies? No One Knows’. The Washington Post. April 26. https://www.washingtonpost.com/opinions/2020/04/26/what-happens-if-kim-jong-un-dies-no-one-knows/

Zeballos-Roig, J. & M. Mark. (2020). ‘North Korean leader Kim Jong Un hasn’t been publicly seen in 2 weeks, fueling reports and rumors that he may be dead or in grave condition. Here’s what we know’. Business Insider. April 25. https://www.businessinsider.com/kim-jong-un-death-rumors-health-condition-what-we-know-2020-4?IR=T

 

Autore dell’articolo *Manfredi Pozzoli, Studente di BA in History & International Relations presso King’s College London.

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