Accordo commerciale tra il Mercato comune del Sud e l’Unione Europea, in sostanza un nulla di fatto

di Sabine Hamonet - 31 Ottobre 2020

 from Parigi, Francia

   DOI :  10.48256/TDM2012_00152

“L’Unione Europea intende proteggere e ripristinare la natura, contribuire alla ripresa economica dalla crisi attuale e fare da apripista ad un quadro mondiale ambizioso a protezione della biodiversità in tutto il pianeta.” 

Virginijus Sinkevičius,  Commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca, 2020.

L’Unione Europea (UE) è una delle maggiori potenze commerciali al mondo insieme alla Cina e agli Stati Uniti. I paesi dell’UE hanno rappresentato la seconda quota più grande delle importazioni ed esportazioni di beni globali nel 2016 (Europa.eu, 2020). Il commercio estero rientra tra le competenze esclusive dell’UE, che ha la capacità di parlare ed agire in nome di tutti i paesi. Anche per questo motivo, è riconosciuta come una potenza commerciale di primo ordine. Quindi, l’UE ha il potere di indirizzare e riformare gli standard di mercato. Pertanto, l’accordo di associazione tra l’UE e il Mercato comune del Sud (Mercosur) può risultare decisiva. L’obiettivo principale dell’accordo è di moltiplicare gli scambi agricoli e industriali tra le due entità, istituendo una zona di libero scambio. Tuttavia, gli standard ecologici e sanitari nei paesi del Mercosur e gli impegni presi dall’UE rimettono in discussione la ratifica dell’accordo. 

Un accordo commerciale storico

Il Mercosur è un’alleanza economica dei paesi dell’America del Sud creata nel 1991. I suoi membri permanenti sono l’Argentina, il Brasile, il Paraguay e l’Uruguay. È il blocco più importante del Sud America in termini economici e geopolitici. Il 28 giugno 2019, al termine di un processo di negoziazione avviato nel 2000, è stato concluso uno storico accordo commerciale dopo quasi vent’anni di trattative. L’accordo tra il Mercosur e l’UE rappresenta la possibilità di creare un mercato integrato di 760 milioni di consumatori e di estendere il modello  europeo ai paesi del Sud America. L’intesa prevede l’eliminazione di tariffe troppo alte in settori chiave, compresi quelli in cui il volume degli scambi è già elevato.

L’Amazzonia: una responsabilità collettiva 

Mercoledì 7 ottobre 2020, il Parlamento europeo si è opposto alla ratifica dell’attuale accordo tra l’UE e il Mercosur. La questione ambientale, con particolare riferimento alla deforestazione in Amazzonia, rappresenta la ragione dominante che ha spinto la maggior parte degli eurodeputati ad opporsi. Effettivamente, il processo di deforestazione in Amazzonia sta accelerando e ciò è dovuto anche alla produzione di carne bovina, che richiede molti ettari di terra e risorse idriche (Lathuillière M. et al., 2019). Tuttavia, l’accordo prevede un aumento della produzione di carne bovina a seguito della parziale apertura dei mercati europei (Gouvernement.fr, 2020). Questo provvedimento potrebbe portare ad un aumento del 63,7% delle importazioni di carne bovina dell’UE dal Mercosur entro il 2032 (LSE consulting, 2020). Il tasso di deforestazione annuale rischierebbe di aumentare di circa il 5%, durante il periodo di sei anni previsto dall’accordo rispetto alla media degli ultimi cinque anni (Gouvernement.fr, 2020). 

I vincoli normativi che pesano sull’espansione agricola sono deboli nella regione del Mercosur (Gouvernement.fr, 2020). I paesi membri usano ancora molti pesticidi e fertilizzanti dannosi e mancano di norme forti e armonizzate per combattere la deforestazione (LSE consulting, 2020). Una delle linee politiche più criticate dalle ONG ambientali è quella sostenuta dal Presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, considerata come particolarmente dannosa per il nostro ecosistema, specie a causa di un’agricoltura intensiva e una crescente urbanizzazione (Fearnside M., 2019). In pochi anni, la più grande foresta tropicale del mondo potrebbe subire un depauperamento che non interesserebbe solamente i paesi del Sud America. Infatti, l’Amazzonia ha un ruolo essenziale come fonte di carbonio e di riserva d’acqua per buona parte del pianeta (Alcázar F., 2019). Purtroppo, le garanzie offerte dalle varie iniziative di sostenibilità esistenti e le clausole non tariffarie presenti nell’accordo non sono sufficienti e vanno nel senso opposto rispetto agli impegni comunitari. 

  L’importanza del Green deal e dell’accordo di Parigi 

Gli accordi commerciali dovrebbero includere i rischi ambientali e vanno messi in atto nel rispetto degli obiettivi perseguiti dall’accordo di Parigi e dal Green Deal. L’accordo con il Mercosur incorpora alcune aspettative, ad esempio menzionando esplicitamente il principio di precauzione e l’accordo di Parigi sul clima del 2015 circa i cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Tuttavia, le garanzie sono considerate relativamente fragili (Gouvernement.fr, 2020). Il Mercosur non contiene condizioni specifiche sugli impegni assunti dalle parti in conformità all’accordo di Parigi. Pertanto, non è stata sviluppata alcuna misura efficace per l’attuazione degli impegni sul clima, ed è previsto solo un meccanismo di dialogo specifico (Ibidem, 2020). Inoltre, l’elezione in Brasile nel 2018 del candidato scettico sul clima, Jair Bolsonaro,  minaccia l’uscita del paese dall’accordo di Parigi.

L’accordo di Parigi ha un’importanza storica ed è essenziale che venga rispettato da tutti gli stati firmatari. Da un lato,  può svolgere un ruolo importante nel guidare l’azione sul clima, in particolare facilitando la distribuzione di prodotti non dannosi per l’ambiente. D’altra parte, le azioni sul clima dei paesi – dagli standard ai sussidi energetici – influenzano i flussi commerciali e producono ricadute commerciali (Brandi. C, 2017). Per di più, con l’accordo tra il Mercosur e l’UE potrebbe esserci una certa confusione con gli obiettivi perseguiti dal Green Deal. Infatti, l’accordo Mercosur include la rimozione della barriera fiscale, mentre il Green Deal prevede l’istituzione di un meccanismo di tassazione del carbonio ai confini dell’Europa (Ec.europa.eu, 2020). In aggiunta, l’accordo prevede una semplificazione e alleggerimento dei controlli, anche se il Brasile ha dovuto affrontare numerosi scandali sanitari legati all’agricoltura e all’allevamento (Gouvernement.fr, 2020). Infine, è possibile menzionare la presenza di frodi, controlli inadeguati e corruzione nel settore agroalimentare proprio in Brasile (Ibidem, 2020), il tutto ovviamente in contrasto con le dinamiche accettate dall’UE. 

Una nuova politica commerciale post-covid tra locale e globale 

L’impatto del COVID-19 ha fatto emergere l’importanza a livello europeo di avere un’agricoltura sicura, forte e autosufficiente. L’UE deve trovare un giusto equilibrio tra il locale – promosso dal Green Deal – e il globale. L’effettiva attuazione di norme sanitarie e ambientali nei paesi terzi deve essere efficace e controllata, per garantire un commercio responsabile e sicuro. Gli standard previsti dal  Mercosur sono al momento relativamente bassi; questo accordo potrebbe consentire all’UE di innalzarli, rischiando tuttavia di importare beni meno sicuri, da produzioni non responsabili. Infatti, i prodotti importati nell’UE devono essere conformi agli standard sanitari europei, ma si tratta di standard per l’immissione sul mercato, non per la produzione. 

L’unico standard di produzione imposto ai paesi terzi che commerciano con l’UE è il non utilizzo di ormoni e beta-agonisti  (Direttiva 96/22/CE). I paesi terzi non sono soggetti alle stesse normative degli agricoltori europei per altri aspetti della produzione. Tuttavia, altre condizioni di produzione possono essere incluse negli accordi commerciali. In questo senso, l’UE impone il rispetto del benessere degli animali per la produzione di uova in guscio nel suo accordo con il Mercosur. Ciò nonostante,  la qualità dei mangimi per bovini, il benessere degli animali ed i controlli sanitari, in tutte le fasi della catena alimentare, possono essere rafforzati nell’accordo tra l’UE e il Mercosur (Gouvernement.fr, 2020).  I consumatori europei, in particolare in seguito alla crisi sanitaria causata dal COVID-19, sono più esigenti riguardo al loro consumo. Come mai in precedenza, il COVID-19 ha rivelato quanto siano strettamente collegati la salute umana, quella animale e l’ecologia (Altieri M ., Nicholls C., 2020).

Attualmente diversi stati europei sono contrari all’accordo con il Mercosur. Possiamo citare ad esempio la Francia, i Paesi Bassi, l’Italia, l’Austria, l’Irlanda o ancora la Germania che inizia a mettere in dubbio la ratifica dell’accordo.

 

Bibliografia:

Alcázar F., 2019., “Les ressources menacées de l’Amazonie” in Etudes, V.1, N.1,  pp. 19-28. 

Altieri M., Nicholls C., 2020. “Agroecology and the reconstruction of a post-COVID-19 agriculture” in The Journal of Peasant Studies, pp 891-898. 

Brandi C., 2017. “Trade Elements in Countries’ Climate Contributions under the Paris Agreement” in Climate and Energy

Commissione Europea, 2020. “Un’Europa più resiliente: arrestare la perdita di biodiversità e costruire un sistema alimentare sano e sostenibile“.

Commissione Europea, 2019. “Green Deal Europeo“.

Consiglio dell’Unione Europea, 1996. Direttiva 96/22/CE

Couto G., Graesser. J, Johnson S., Lathuillière J., Macedo N., Solvik K.,  Miranda J., 2019. “Cattle production in Southern Amazonia: implications for land and water management” in Environmental Research Letters, V.14, N.11. 

Ec.europa.eu, 2020. 

Europa.eu, 2020. 

Gouvernement.fr, 2020. Rapport de la commission d’évaluation du projet d’accord UE Mercosur

Kerr W., 2020. “The COVID‐19 pandemic and agriculture: Short‐ and long‐run implications for international trade relations” in Canadian Journal of Agricultural Economics, V.62, N. 2. 

LSE Consulting, 2020. Sustainability Impact Assessment in Support of the Association Agreement Negotiations between the European Union and Mercosur

Fearnside M., 2019.  “Retrocessos sob o Presidente Bolsonaro: Um Desafio à Sustentabilidade na Amazônia” in Sustentabilidade International Science Journal, V.1, N.1.

 

Autore dell’articolo*: Sabine Hamonet,  Studentessa di Master of European Studies all’Università Sorbonne Nouvelle di Parigi.

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Nota della redazione del Think Tank Trinità dei Monti

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